Salve, ragazzi. Prima di tutto, essendo questo il mio primo post, vorrei complimentarmi con chiunque, in tutti questi anni, abbia dedicato tempo, energie e risorse nel tentativo di risolvere il “mistero” che, in effetti, si cela dietro la sigla di Lamù. Devo ammettere che la scoperta della sua esistenza (avvenuta appena pochi giorni fa’) mi abbia letteralmente sconcertato... abbiate pazienza se le considerazioni che svolgerò di seguito dovessero suonarvi come “già sentite”: ho cercato di leggere quanto più possibile di quest’immenso topic, ma capirete che avendo ormai la discussione raggiunto dimensioni ragguardevoli, per un neofita sia tutt’altro che facile avvicinarvisi in poco tempo. Riflettendo un po’ su tutta la vicenda mi pare di poter concludere che essa, in un certo senso, assuma anche una certa rilevanza metodologica, giacché a seconda che la nube di mistero che circonda autori e interpreti del pezzo in questione fosse imputabile a una ipotetica "volontà di occultamento", ovvero alla mera casualità, cambierebbe completamente il tipo di ricerca da svolgere per cercare di svelare l’arcano. Al di là di ciò, io sono partito da alcune considerazioni che mi paiono plausibili:
1) Dal mio punto di vista è probabile che il pezzo non sia stato scritto (ossia, appositamente commissionato) per essere la sigla del cartone. I motivi sono quelli che tanti di voi hanno già ampiamente ribadito (attinenza solo indiretta e ultra-generica del testo con il tema della serie, e in particolar modo con la sua protagonista; mancanza di un riferimento preciso ad altri personaggi; ecc.); ovviamente non possiamo esserne certi, ma molto di ciò che sappiamo del mondo delle sigle tv dell’epoca sembrerebbe suggerirlo.
2) Se non è stato scritto appositamente per il cartone, va da sé che la data di composizione e di produzione del pezzo sia risalente; tuttavia, a giudicare dallo stile e, soprattutto, dall’arrangiamento, mi stupirei se fosse anteriore rispetto al 1982;
3) La qualità della registrazione è professionale; l’equalizzazione è fatta bene, i volumi sono ben bilanciati; è un prodotto confezionato in studio (notate anche il fade-out);
4) Dal punto di vista della scrittura musicale, si tratta di una composizione apparentemente “facile” e leggera; in realtà, il mestiere dell’autore si sente eccome. La melodia è accattivante, la progressione armonica, corretta; il testo, infine, scorrevole ma efficace. Si tratta di un pezzo brioso, scritto appositamente per suonare come suona... il che rivela che non sia l'opera naif di un semplice "dilettante";
5) Anche dal punto di vista dell’esecuzione, nessun dubbio sul fatto che si tratti di professionisti. Sebbene, infatti, non presenti virtuosismi di sorta, il pezzo misterioso si rivela il classico lavoro pulito e senza sbavature. Impeccabile, in una parola... ciò che si richiede ai professionisti; 6) Soffermiamoci un attimo sul cantante, il più colossale indizio a nostra disposizione (una voce, per certi versi, è paragonabile a un volto o alle impronte digitali...). Ha una buona intonazione, un’ottima estensione vocale (raggiunge un Fa#4; ma range più probabile, prudentemente: baritono leggero) e un buon controllo (anche sul vibrato). Il timbro, tuttavia, non colpisce particolarmente; presenta inoltre un lieve difetto di pronuncia sulle “c” e “g” dolci (affricate postalveolari sorde; cfr. 0’:21” “[…] che brucia...”; 0’:32-33” “[...] accesa già”; 1’:01” “[...] tanto già...”; 1’:03” “[...] vinci sempre...”; soprattutto: 1’:13-14” “[...] pace non ce n’è...” );
7) La sua età all'epoca della registrazione, a giudicare dalla versione rallentata, dovrebbe essere compresa tra i 25/28 e i 35 anni. Su queste premesse, considerato anche il rilievo che i cori assumono nella registrazione, ho ragionato per giungere a una “conclusione”: il cantante è un corista poco noto, che per l’occasione ha interpretato il pezzo in prima persona. Il fatto che nessuno, neppure tra gli addetti ai lavori (altri cantanti, musicisti, produttori ecc.) abbia mai riconosciuto, nella sua voce, quella di un solista di periodi precedenti o successivi, afferente al mondo delle sigle o della musica leggera tout court, suggerisce che il performer in questione non sia purtroppo riuscito a costruirsi una solida carriera, e magari abbia poi fatto altro.
Torniamo allora indietro al 1983-84 e proviamo a immaginare come potrebbe aver ragionato la persona incaricata di scegliere la sigla italiana di Lamù, muovendo dal presupposto che, per qualche motivo (legale, per carità), tale sigla dovesse “passare inosservata”:
1) Non si sarebbe evidentemente potuto puntare su un esecutore già noto e affermato nel settore (es.: un Pozzoli, un Meakin, un Balducci), tutta gente che difficilmente avrebbe rinunciato ad accreditarsi, oltre che facilmente identificabile e riconoscibile;
2) La pesca potrebbe allora essere avvenuta nel mare magnum di artisti misconosciuti, o poco conosciuti, e a livello di interprete... chi meglio di un corista? Tuttavia, è probabile che non ci si sia voluti discostare troppo dal mercato delle sigle, e si sia allora deciso di utilizzare un professionista di cui si avesse a disposizione magari un demo (chissà quanti ne saranno circolati presso radio e televisioni locali). Il fatto che nessuno dei protagonisti coinvolti nella vicenda delle sigle dell'epoca riconosca la voce in questione sembrerebbe, di per sé, un forte indizio dell'estraneità del corista rispetto a quell'ambiente; tuttavia, in ipotesi, potrebbe essersi trattato di un performer meno noto anche agli addetti ai lavori, oppure, naturalmente, di un outsider totale.
A questo punto, vi chiedo: qualcuno ha mai tentato di compiere una ricerca estesa non già tra i cantanti solisti dell’epoca, bensì tra i coristi (identikit: maschio, circa trent’anni, con un lieve difetto di pronuncia)? Che ne pensate?
Poi, altra cosa: qualcuno ha mai cercato di fare una ricerca a tappeto sugli studi di registrazione più utilizzati in quel periodo, soprattutto a livello di sigle musicali? È vero che sono passati ben trent’anni e molte sale potrebbero essere state chiuse, oppure non conservare né master né note di lavorazione, tuttavia...
Pensate anche a questo: qualora mai esistesse una specie di “congiura del silenzio”, ordita da qualcuno perché l’autore e l’interprete della canzone restino nell’ombra, è ben difficile che possa farne (o averne fatto) parte uno studio indipendente, coinvolto nella produzione del pezzo magari uno o due anni prima del suo effettivo utilizzo. In definitiva, a distanza di così tanto tempo dai fatti, dato anche l’evidente disinteresse da parte di chi, forse, potrebbe far luce sul “mistero”, non resta che basarci su quanto abbiamo a disposizione: in concreto, al di là di ipotesi ed elucubrazioni, quei novanta secondi di (bella) musica! Certo l’analisi della voce del cantante con uno spettrometro audio, e il confronto obiettivo con il timbro di altri artisti, potrebbe aiutare non poco.
Scusate per la lunghezza del post e per le eventuali ripetizioni rispetto a cose già dette e/o appurate!
_________________ Al mondo esistono 10 tipi di persone: quelli che capiscono i numeri binari, e quelli che non li capiscono. La statistica è quella scienza che insegna che se uno ha la testa dentro il forno e i piedi nel congelatore, mediamente sta bene.
Ultima modifica di NesrednA il mar 5 mar 2013, 17:47, modificato 1 volta in totale.
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