Sanremo 2016, Carlo Conti vuole Cristina D’Avena ospite

Durante la conferenza di presentazione del Festival, il conduttore toscano conferma la volontà di portare la cantante come ospite sul palco dell'Ariston

L’ospitata della cantante, simbolo dell’infanzia di milioni di persone e interprete di oltre centinaia di sigle dei cartoni animati tra gli anni ’80 e i ’90, era stata proposta da una petizione online su change.org. La conferma della possibilità di vedere Cristina sul palco dell’Ariston al prossimo Festival giunge proprio da Calo Conti, durante la conferenza stampa di presentazione di Sanremo 2016.

“È senz’altro uno degli appelli più accorati che ho letto sul web: credo che quando si parla di artisti di tale importanza, ci si debba provare“, rivela Conti. “E poi così potremmo tornare tutti bambini: se ogni tanto tiriamo fuori il bambino che è in noi, questo è un bene“.

A proposito di social, pare che gli organizzatori abbiano voluto dare seguito a una delle campagne social più divertenti dei mesi recenti, la mobilitazione per portare all'Ariston Cristina D'Avena. "Faremo di tutto per accontentare questa campagna - assicura Conti - se ogni tanto tiriamo fuori il bambino che c'è in noi, non sbagliamo, e se anche un puffo può aiutarci a farlo, ben venga". Il puffo nel senso della sigla dei cartooon, una delle canzoni che hanno contribuito a rendere la D'Avena una superstar del genere.

Sabato 13 febbraio 2016
Ospiti della finale saranno Renato Zero, che 25 anni fa con «Spalle al muro» segnò il suo grande ritorno, proprio al Festival, e l’attore Giuseppe Fiorello, futura star della miniserie di Raiuno «Io non mi arrendo». Sabato, infine, porterà la sua voce all’Ariston anche Cristina D’Avena , regina delle sigle dei cartoni animati: Conti l’ha chiamata dopo il successo di una campagna sul web.

Quella di Cristina D'Avena è una favola. Da luogo comune a super ospite nel luogo musicale più ambito d'Italia: il Festival di Sanremo

Se poi, come sembra, arriverà addirittura nella serata finale allora sì, sarà un'incoronazione definitiva. E, diciamola tutta, Cristina D'Avena se lo merita. Ha registrato canzoni che tutti abbiamo ascoltato almeno una volta. E ha iniziato a farlo a tre anni e mezzo con Il valzer del moscerino presentato al decimo Zecchino d'Oro. Da allora una passerella di dischi d'oro, una sequenza incredibile di canzoni di enorme successo legate ai cartoni animati più seguiti dalla generazione che la prossima settimana la seguirà sul palco dell'Ariston. Kiss me licia. I puffi. In totale 312 pubblicazioni e 721 brani, sostanzialmente un repertorio da popstar. Però Cristina D'Avena, nata a Bologna il 6 luglio del 1964, dopo il sensazionale successo è lentamente scivolata nella sacca insopportabile di chi viene emarginato. Lei era quella dei cartoni animati. Un'artista succedanea. Un termine di paragone: saranno mica canzoni alla Cristina D'Avena? Una botta difficile da ammortizzare. E uno schiaffo alla professionalità di un'interprete che non ha mai avuto nulla da invidiare a nessun altro, né come attitudine vocale né come integrità di repertorio.

Ma, si sa, dopo che sono partiti, i «trend» risultano assai difficili da arrestare. Le conseguenze possibili sono sempre due: farsi annientare dai luoghi comuni oppure reagire. Dopo qualche anno nel limbo, Cristina D'Avena ha fatto la scelta decisiva. Sorprendere tutti. E sorprenderli positivamente. Nonostante continuassero le ospitate tv o i progetti collaterali, ha iniziato a fare serate con i Gem Boy, un gruppo bolognese che si potrebbe considerare di rock demenziale perché specializzato nel deformare in chiave parodistica i brani già diventati famosi. L'incontro degli opposti. Una sfida, quella della D'Avena. E una sfida di successo, costellata da decine di concerti sold out, regolarmente ignorati dalla grande stampa. La resurrezione dell'eroina dei cartoon è stata una delle grandi favole della nostra musica leggera.

La conferma che spesso i luoghi comuni, e la pigrizia della critica, possono creare danni difficilmente rimediabili. Però, in questo caso, il percorso di questa artista molto lontana dallo star system e molto vicina al pubblico è stato così potente da scatenare una petizione social (mossa da All Music) che ha convinto Carlo Conti a darle la laurea definitiva: super ospite al Festival. Come Elton John o Eros Ramazzotti. Una parabola che dovrebbe insegnare molto, sempre che qualcuno sia disposto a imparare.

Cristina D’Avena, voglia di Puffi nella serata finale

Corriere della Sera 10 Feb 2016 di Mario Luzzatto Fegiz

51 anni Cristina D’Avena, tra i prossimi ospiti

Tempo di Puffi a Sanremo? Carlo Conti e Raiuno, dopo una petizione fra il serio e il faceto circolata in Rete, hanno deciso di ospitare nella serata di sabato l’ex regina delle sigle dei cartoni animati, Cristina D’Avena. È la prima volta che una cantante italiana viene invitata a furor di popolo. Ma quale Cristina salirà sul palco? Quella di Heidi («ti sorridono i monti») o quella che nel frattempo ha scoperto il rock? Cinque anni fa, Cristina, che ne ha 51 e non li dimostra, ha incontrato i Gem Boy, specializzati in parolacce e doppi sensi. In repertorio anche una canzone irriverente intitolata «Ammazza Cristina» («Tu con le tue canzoni hai rotto ormai i maroni»). Poi l’incontro con Red Ronnie e l’inizio della collaborazione per svecchiare il repertorio Cristina. Si sono rivelati bravi e hanno rinunciato al turpiloquio. Ma Cristina e Raiuno non hanno voluto rischiare: i Gem Boy resteranno a casa e sarà l’orchestra del Festival ad accompagnarla, tutta acqua e sapone, in un medley tra «Kiss me Licia» e «Dolce piccola Remy».

Ma quante fesserie ha scritto Luzzatto Fegiz sul Corriere? Ha nominato la sigla di Heidi che non c'entra niente e ha confuso "Remy la bambina senza famiglia" con "Ascolta sempre il cuore Remi"