
Il Simbolo perduto di Dan Brown
Di un paio di cose, a Dan Brown, bisogna dargliene atto
dovrebbe assumerlo qualunque pro-loco del mondo
Riesce a descrivere palazzi e monumenti delle città dove ambienta i racconti
condendole con quei pizzichi di curiosità ed aneddoti intriganti.
Lo ha fatto con Roma in Angeli e Demoni, con Parigi nel Codice da Vinci,
e in questo libro lo fa con Washington DC.
La seconda cosa è che ha grande abilità nel connettere eventi storici, leggende
e significati nascosti per far scorrere adeguatamente le fila del racconto.
Anche di cose note e risapute, svela gli antichi significati, travisati nel corso del tempo.
Probabilmente chi sa e/o vuole approfondire tutti gli argomenti di cui tratta,
troverà anche delle incongruenze storico/scientifiche, ma nell'insieme reggono degnamente la trama.
La storia tocca più volte il labile confine tra scienza e fantascienza.
Ci sono diversi episodi tirati al limite estremo della scienza, basati però
su tecniche e apperecchiature realmente esistenti ed utilizzate (a suo dire)
Piuttosto intriganti, ma anche molto 'americanate'...
La trama direi che non si discosta dai precedenti.
Un lungo inseguimento tra buoni e cattivi che si dipana grazie alle interpretazioni
e rivelazioni che Robert Langdon riesce a decifrare dai codici e dagli enigmi che gli si propongono.
Si parla molto di massoneria e del nesso che accomuna i padri fondatori degli Stati Uniti d'America
con illustri scienziati di diverse epoche e con tradizioni antiche di milleni.
Traspare abbastanza il patriottismo americano e non mancano i riferimenti alla religione (di tutti i credo)
SEMI-SPOILERe di come sia vicina alla scienza più di quanto sembriVoto:
più che sufficiente
anche se non mi ha entusiasmato più di tanto il finale
SPOILER forse troppo filosofico, mistico, che lascia più domande che risposte.
Dopo aver rincorso il più possibile qualcosa di 'materiale' si conclude con qualcosa di 'spirituale'