Non sono d'accordo su moltissimo di ciò che avete scritto.... per questo dirò la mia brevemente (spero...) mettendo in risalto i punti nevralgici del mio pensiero circa questi argomenti. Eviterò di entrare in campi di cui non so.
1) I Sindacati. I sindacati hanno fatto e continuano, ahimè, a fare delle enormi stronzate per cui io mi incazzo come una bestia. Non mi posso, però, scordare che grazie a loro, grazie ai loro cento anni di conquiste sindacali, grazie al fatto che si son resi protagonisti di lotte a fianco di alcuni partiti, oggi i lavoratori hanno delle garanzie vere, sacrosante e così sia. Se i sindacati, ad esempio, non avessero appoggiato, pure loro, chi ha voluto (nel 1962, gente, eh) la legge sulla Scuola Media Unica (ripeto: 1962!) tanti di noi (io per primo, figlio di un muratore e di una casalinga) non avrebbero potuto fare non dico l'Università, ma neppure la Scuola Media, finendo a fare gli studi di avviamento al lavoro che stanno cercando di ributtare in faccia, oggi, ai nuovi poveri.
2) Fra i lavoratori italiani e quelli di altri paesi credo ci sia non una differenza, ma un abisso... Noi, in Italia, abbiamo avuto il Movimento Cooperativo (subito dopo le due Guerre), in grado di creare opportunità di socializzazione, crescita della cultura, della solidarietà, del piacere di riunirsi, proprio in seno al mondo del lavoro. Movimento Cooperativo che ha avuto le sue difficoltà, le sue mle marce, le sue magagne, è vero, ma che i suoi avversari (o meglio: coloro che lo temono, e lo hanno sempre temuto) condannano imèietosamente, vedendo (volendo vedere?) solo quelle cose negative... Il movimento dei lavoratori in Italia è stato il più grande (in ogni senso) dell'Occidente, ed è solo per intrecci (troppo) impegnativi con la politica (ora amica, ora più lontana, ora da separata in casa, ora come una simbiosi) che ha perso quella forza che era sua, terribilmente sua... Un terreno culturale che, ancorato ai racconti che me ne fanno quasi tutti i vecchietti delle mie parti, mi fa avere un po' di commossa nostalgia.
Altra cosa. Noi abbiamo avuto la nascita della coscienza del corpo lavoratore, più che l'ambizione al credere nel solo denaro... Mi si passi la distinzione fra di noi (dimensione lavorativa cosciente del collettivo) e quella statunitense (cresci, lavora, emergi e ambisci). Io mi schiero coi primi. E me ne vanto.
3) L'America? Grande Paese per molte cose (anche se come cultura non è che mi piacciano tantissimo, riconosco che hanno dei numeri). Però, però, però... Siglo, tu definisci la Coca Cola un mito? Può essere un simbolo, un evidenziatore di un periodo, un momento (vero) storico, ma il mito lascialo decidere a ognuno, qual'è... E il McDonald's, poi? Esatta operazione commerciale, lodevole, pure, fin quando non ha voluto stabilirsi in cima a ogni agglomerato urbano, rendendo uniforme la beata differenza dei paesi, come nel nostro caso, popolo stupendo che si sta perdendo. Stiamo cercando di riprodurre gli stereotipi americani, e lungi dal farlo non facciamo che replicarne l'aggressività. Siamo proprio ri-di-co-li...
4) La Guerra... La guerra è stronza proprio perchè rende schiavi e strumento i popoli. Tutti i popoli. Questa è la vigliaccata. Chi ci guadagna, in una guerra? Il Paese che la vince? No. Il Paese che la perde? Nemmeno. La vincono solo coloro che la decidono, i popoli lo prendono sempre nel culo (e mi si passi la definizione dantesca). Come si fa a parlarne, a codificarla, a interpetarla e (con il 2000 già passato) soprattutto a crederci ancora è cosa che mi stupisce... Già il parlarne è cosa che mi fa venir la rabbia, perchè è come se mi dovessi abbassare al livello di lor signori (signori della guerra, appunto...)
WATTA Old Style TAKEO
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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