Ragazzi, ma vi ricordate di come eravamo noi, a 15 o 16 anni? Volete dirmi che non possiamo riconoscercelo, con un po' più di onestà intellettuale, che eravamo noi stessi delle solenni teste di cazzo? Ogni stagione della vita, e ogni vita nelle sue stagioni, ha le sue ricette... Ricette culturali, pedagogiche, tecnologiche e così via. Anche noi eravamo maleducati, sfrontati, senza ideali, senza scehmi o riserve, è solo che non ce ne rendevamo conto. Ed è un atto di pura presunzione poter pensare che fossimo meglio, diversi, con più sale nella zucca... Eravamo degli sciocchi adolescenti, e mi ci metto in testa. Avevo la pretesa anche io di essere <<un normale adolescente ottuso>> (cit Francesco Guccini, Cencio").
Pure il sottoscritto, come Freinkie e Queenhimika, non si ricorda affatto di ragazzine più castigate, nell'adolescenza ch'egli ha vissuto, anzi: da me c'erano delle vere e proprie navi scuola che riuscivano a coinvolgere nel loro entoruage anche altre vispe ragazzotte... E c'era da divertrisi, è ovvio. Anche allora, altresì, c'erano delle suore e delle ragazze un po' e un po'...
I ragazzi di oggi sono figli, come dice Fa.Gian., delle chat, di un linguaggio diverso dal passato, di un insieme di protesi tecnologiche che ne fanno individui giocoforza differenti. Noi avevamo sempre un Daitarn III che poteva venirci in aiuto, un pallone a cui dare calci in strada, un go-kart da costruire, una rissa a cui partecipare o un Calippo di ciucciare d'Estate, mentre oggi è semplicemente diverso... Oggi PlayStation, Computer, Internet, Mtv. Più brutto, per come la vedo io, ma mica si può rendere oggettivo un punto di vista di una realtà che, invece, quella sì, è oggettiva, vi pare? Si va meno fuori, ci si riunisce meno, si ha meno consapevolezza del rapporto umano con gli altri anche fra i "grandi", cosa credete? C'è meno voglia di aggregazione, di socializzazione e così via. E il fatto che noi, in questo Foryum, siamo delle mosche bianche, a livello di voglia di vedersi anche a distanza, mi fa davvero felice. Questo è vero anche a livello di motivazione politica, di impegno musicale, di un insieme di cose che è mutato dagli anni Ottanta, ma ancor di più dagli anni Settanta. A me non piace di certo il modo in cui i ragazzini interpretano oggi la vita, ma in fondo, non siamo molto diversi, noi, che ci esigiamo cultori di una emorragia di vita che siamo quasi fieri di aver avuto e che adesso vediamo persa nelle nuove generazioni. Ci protegge sentirci così fieri di essere stati noi, quei noi lì... Ma non sempre è giusto. O almeno io la penso così.
MARCO
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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