Faccio ancora i complimenti ad Enrico per la sua sortita in terra d'oltralpe!
La sua avventura mi ricorda però 2 episodi simili che mi sono accaduti all'Expocartoon di Roma (la fiera che si teneva una decina d'anni fa).
Un anno è venuto Monkey Punch (come tutti sapranno è il papà di Lupin III). Tutti stavano lì a farsi firmare le scatole dei personaggi di Lupin che avevano comprato, ma io (principalmente per motivi economici), non avevo comprato nulla.
Allora ho avuto il colpo di genio!...
Nel portafoglio tenevo una bandierina del Giappone disegnata a mano su cartoncino, e a sinistra e a destra della palla rossa della bandiera, avevo scritto con la matita rossa i 2 ideogrammi della parola Giappone.
Mi presento davanti a lui con la bandierina e la penna, e nonostante questo potesse forse essere strambo, Monkey Punch me l’ha comunque autografata!
Mettetela come volete riguardo all’attaccamento dei Jap a determinate usanze, eppure è stato veramente disponibile e simpatico, o no? (Dico simpatico perché m’ha pure sorriso!).
Il secondo episodio è avvenuto l’anno successivo; in quell’edizione dell’Expocartoon è venuto Yoichi Takahashi (papino di Captain Tsubasa – Holly & Benji).
Diversamente da Monkey Punch, avrebbe firmato solo 100 autografi, a chi ne avesse fatto richiesta in uno specifico stand (nota negativa, perché tutto il pubblico dovrebbe aver diritto al contatto con i propri beniamini!).
Comunque, anche se non m’è stata bene ‘sta cosa, …ho fatto lo stesso la regolare richiesta.
All’ora stabilita mi presento allo stand per l’autografo, e tutti hanno la prima copia italiana di Captain Tsubasa tra le mani.
Ovviamente, per puro spirito di coerenza con l’anno precedente, anche in quella edizione non ho comprato nulla!
Ovviamente, però, non potevo non farmi notare!...
Giunto il mio turno mi presento davanti al maestro, con il mio abbigliamento “particolare”…: pantaloncini, cavigliere e scarpini da calciatore; maglietta di Hidetoshi Nakata dei Mondiali di Francia ’98 con le “fiamme” sulle maniche! (
http://sportsillustrated.cnn.com/soccer ... ic_ap.html ).
Ovviamente anche in questo caso mi serviva qualcosa di speciale da farmi firmare… Ecco che allora ho abbassato l’asta che tenevo in mano, e gli ho piazzato davanti la bandiera del Jap!
Non però la bandiera dell’altra volta, bensì una bandiera da 150 x 75 cm, da tifo da stadio!
In quel momento gli accompagnatori del maestro hanno fatto una faccia del tipo:
“N-non è p-possibile! Questo r-ragazzo n-non può essere p-più pazzo di noi Giapponesi! P-presentarsi vestito così d-davanti a noi, e tenendo la b-bandiera del S-sole! NOI SIAMO I PIU’ STRANI!!! Non a caso “mai dire banzai” l’abbiamo inventato noi!”.
Il maestro m’è comunque sembrato contento di firmare la mitica bandiera Jap ad un italiano, …tra l’altro vestito da Nakata!
Mi sono divertito molto in quella occasione, e siccome mi piaceva distinguermi, ho pensato di fare anche una mezza figuraccia!
Dopo un po’ che giravo per la fiera sono entrato in una specie di teatro, e lì stavano intervistando Yoichi Takahashi. Mi sono andato ad accomodare in prima fila, e mi sono ascoltato le ultime battute dell’intervista (anche se in realtà sono giunto quando stavano già facendo le domande gli spettatori, sigh!...).
Alzo allora la mano per fare una domanda anche io, e credo che non abbiano rifiutato di farmela fare, visto il mio abbigliamento. Orgoglioso del fatto che stavo chiedendo una cosa all’autore di Holly & Benji, gli chiedo se è vero che diversi calciatori giapponesi hanno scelto questo sport, proprio dopo aver letto H & B.
Sapete qual è stata la figuraccia?
La domanda è stata già fatta quando io non ero ancora arrivato!
Per fortuna sono riuscito a riprendere subito il microfono e a scusarmi con il maestro per l’accaduto, dicendo che ero arrivato tardi, e che non sapevo che la domanda era già stata fatta.
Non so se mi abbiano creduto o meno, però, penso che mi abbiano visto sedermi in prima fila in ritardo vestito in quel modo (o almeno spero!).
I motivi per cui mi sono scusato, erano essenzialmente 2:
1) educazione nei confronti del maestro (che viene dal paese dell’educazione);
2) se non mi fossi scusato, forse sarei stato la barzelletta del giorno alla fiera, …e vestito in quel modo, come avrei fatto a passare inosservato?
È stata comunque una bella esperienza, ed ho anche fatto delle foto con chi me lo chiedeva, visto che ero vestito da cosplayer (nonostante il mio fisico non fosse proprio da sportivo!).
P.S. Fatemi un favore: non dite al maestro che non so giocare a pallone! Non vorrei che stavolta si sentisse davvero preso per il …fondello!