Gojira'54 ha scritto:
Io non so che è! Mi illuminate?
http://www.horrormagazine.it/rubriche/935
ROMA - Era una mattina di marzo del 1927 quando una ragazza, Anna, figlia dell’ archeologo Frederick A. Mitchell-Edges, giocando tra le rovine di un’antica città Maya, portate alla luce proprio dalla spedizione guidata da suo padre, fece una scoperta unica. Ai piedi di un altare qualcosa emetteva uno splendido riflesso luminoso. Si trattava di uno straordinario e misterioso teschio ricavato da un unico pezzo di puro cristallo di rocca trasparente con bellissime venature. Pesava più di 5 chili, era alto 13 centimetri, largo altrettanto e lungo 18. Al cranio mancava però la mandibola che venne alla luce, scavando nei dintorni, solo alcuni mesi dopo. Secondo gli studiosi che analizzarono questo straordinario reperto, il manufatto ha richiesto l’opera di centocinquant’anni di lavoro per essere completato ed il pezzo risalirebbe almeno a tremilaseicento anni or sono. Tutte queste notizie sono contenute nel libro di Anna Mitchell-Edges che può essere ritenuto attendibile o non, ma una cosa è certa: si tratta di un oggetto fuori dal comune. Il teschio rimase in possesso dell’archeologo Mitchell-Edges fino alla sua morte, nel 1959, poi passò alla figlia Anna. Pur ritenendo per vere le affermazioni di Anna rivelate nel suo testo, molti sono gli interrogativi relativi all’origine del pezzo. La Mitchell-Edges ne ha sempre dichiarato la provenienza Maya. E in effetti lo studio condotto su di esso dalla Hewlett-Packard ha stabilito la tecnica di lavorazione compatibile con un’origine precolombiana del manufatto ma altri scienziati sostengono la superiorità della tecnica utilizzata per plasmarlo rispetto a quella di analoghi manufatti indiani. E come in tutti i racconti che si rispettino, anche qui non mancano le numerose leggende che aleggiano intorno al misterioso ritrovamento. Si narra innanzitutto che gli indigeni riconobbero nel cristallo un’antica divinità con un enorme potere, quello di guarire le malattie. Altri sostengono che esso venisse usato dal grande sacerdote dei Maya per compiere riti esoterici e addirittura che quando costui invocava la morte per mezzo del teschio, non vi fosse dubbio che la morte arrivasse. La stessa scopritrice ed altri, oltre a lei, che con l’oggetto vennero a contatto, attribuirono al teschio fenomeni soprannaturali. A detta della Mitchell-Hedges, i 300 indiani che lavoravano agli scavi si inginocchiarono e baciarono il terreno quando l’oggetto fu portato alla luce, dopo di che, pregarono e piansero per due settimane. Frank Dorland, un restauratore d’arte che fece vari esperimenti sul cranio, affermò che una volta un alone lo circondò per parecchi minuti e spesso dei suoni simili a scampanellii riempivano la sua casa. Dorland disse di aver visto, in altri momenti, all’interno del cranio altre immagini riproducenti paesaggi o altri oggetti. Tanto lui quanto Anna Mitchell-Edges attribuirono al cranio il potere di influire sui pensieri e sull’umore delle persone. Poiché il cranio fu scoperto in quello che si direbbe un complesso di templi è verosimile che fosse stato usato nei riti religiosi. Il teschio ritrovato da Anna non è però l’unico di quel genere. Pare che ne esistano altri 12 appartenenti a privati e a musei. Tra i teschi in possesso dei musei c’è un esemplare custodito al Museé de l’Homme a Parigi e un altro allo Smithsonian Institute di Washington. Un terzo si trova dal 1897 presso il British Museum di Londra e la sua lavorazione viene attribuita alla cultura azteca del primo periodo coloniale. In realtà nulla si sa sull’origine di questo cranio. Si racconta però di persone fuggite urlando per il museo di fronte ad esso. Quello di Londra è comunque meno preciso anatomicamente e il sospetto che si tratti di un falso ha fatto decidere i dirigenti del Museo di Londra di togliere tale oggetto dall’esposizione. Tra quelli appartenenti a privati ve ne sono due invece, il teschio di “Sha-Na-Ra” e quello denominato “Max” appartenente a Joann Parks che esaminati dagli esperti del British Museum risultarono appartenere effettivamente al nostro passato. Il proprietario dello “Sha-Na-Ra”, Nick Noverino, nel 1996 si recò infatti a Londra per far confrontare il suo teschio con quello da loro posseduto. In quell’occasione ben cinque dei tredici oggetti furono sottoposti ad esame mentre solo due, quelli sopra citati appunto, risultarono opere originali ed antiche. Ma a quale scopo almeno quattro generazioni avrebbero dovuto compiere un tale simile lavoro? I tredici teschi rientrano in un antica leggenda Maya, secondo la quale questi oggetti sarebbero destinati a riunirsi per dare inizio ad una nuova era in una data attualmente fissata per il 21 dicembre 2012, ovvero alla fine del “Conto Lungo” del calendario Maya iniziato il 13 agosto 3114 a.C.. Forse solo in quella data avremo una risposta certa, quando il nostro destino, secondo la civiltà Maya, dovrebbe essere segnato da una svolta planetaria