Qua sotto riporto un paio di stralci del libro "Saghe mentali", primo impegno scribaccino ufficiale di CapaRezza. E' nota a molti, in questo bel Forum, la mia passione per l'artista pugliese. Stavolta, a parte i pezzi musicali, volevo segnalare la sua spiegazione (in un fantomatico diario segreto inventato per la fatica letteraria) di come è (sarebbe) venuta fuori la canzone "Dindalè Dindalò", che riporta al suo interno dialoghi tratti dalla serie "Jeeg Robot - Uomo d'Acciaio", così come un paio di frasi musicali della sigla italiana. il Capa è grandissimo fan del serial (porta spesso maglie, collanine e gadget che raffigurano Jeeg ma ha anche vasta oggettistica di altri eroi di cartoni animati giapponesi old style). Inoltre nel libro ci sono anche delle fotografie che lo ritraggono con magliette con disegnata la testa di jeeg, e il paragrafetto da cui ho estratto quel che leggerete sotto siintitola appunto "L'uomo d'acciaio". Grande Capa. Ancora una volta uno di noi!
WATTA
<<Caro Diario, le pressioni si fanno sempre più concrete qui dentro. pur di non fare il teologo alla provincia mi sono messo a compilare curricula da inviare alle agenzie pubblicitarie di Milano. Certo, è passato tanto tempo da quando frequentavo l'Accademia di Comunicazione, ma qualcosina per improvvisarmi Art director me la ricordo. E se non mi rispondesse nessuno? Mi sono offerto persino per uno stage estivo gratuito. Tanto nemmeno da 'ste basi ricevo sostentamento. Mi sento in bilico, l'ho anche scritto nel ritornello di 'Dindalè Dindalò'. Ci ho messo pure le citazioni di Jeeg Robot d'Acciaio, un robottone creato da Go Nagai (lo stesso di Goldrake e Mazinga). Hiroshi Shiba non era un semplice pilota, ma la testa stessa del robot. Per diventare testa di Jeeg doveva lanciarsi da un dirupo con la moto, unire i pugni in aria e roteare fino a trasformarsi. Il papà di Hiroshi, ucciso per non aver rivelato il segreto della "Campana di Bronzo" (mentre quelli che non hanno rivelato il segreto di Ustica sono ancora vivi) e tenuto in vita da un monolito psichedelico (è un cartone degli anni '70, volete che tra i banchi degli autori non circolassero sostanze? Andiamo...), svelò al proprio figliuolo che unendo le nocche e facendo una capriola sarebbe diventato un capoccione. Ebbene, non dimenticherò mai la puntata in cui Hiroshi, lanciandosi alla cieca da una specie di astronave (il "Big Shooter") e non riuscendo straordinariamente a fare una cosa così elementare come unire i pugni, si schiantò al suolo senza crepare. Fu in quel momento che il povero ragazzo scoprì di essere invulnerabile e non la prese benissimo. Egli voleva morire ammazzato come tutti gli altri. E' per questo che spesso lo prendo come esempio, perché Hiroshi non vuole diventare un eroe, ma è costretto a salvare il Giappone dagli attacchi dei mostri Aniba perché glielo impone il papà. Un papà che lo chiama continuamente da una specie di salvavita Beghelli che Hiroshi porta al collo, un papà che desidera che il figlio scatti e si precipiti in ginocchio davanti al monolito anche quando sta in camporella, un papà che in una società fatta di robot pensanti ancora porta il monocolo. Hiroshi, stacca la presa e vai a farti una birra come tutti i ragazzi della tua età! Vedi, Diario, io voglio bene a questo ragazzo, perché mi sembra che viva in bilico, come me, ecco perché è presente nel pezzo diverse volte. Ci sono anche un paio di versi della sigla (non quella fantomatica di Pelù ma quella di Fogus) e la formula malefica pronunciata dalla Regina Himika per invocare l'ennesimo Imperatore delle Tenebre: "Meghini Meghini Nasalucololooo!" Magari la frase era leggermente diversa, forse invece che Meghini diceva Mughini, ma è inutile stare qui a sindacare.
Caro Diario, sto proseguendo la stesura di 'Dindalè Dindalò' elencando situazioni opposte tra le quali rimbalzo come una pallina da ping pong durante la finale dei mondiali di tennis da tavolo in Cina. La ritmica è piuttosto claudicante perché deve evocare precarietà. Ecco allora la citazione disimpegnata di "Vattene amore" a opera di Minghi e Mietta ("Trottolino amoroso Du Du Da Da Da") rapportata alla "nota ra ta ta ta" di 'C'era un ragazzo...' di Morandi, pezzo sul conflitto in Vietnam. E poi la campagna e la città, l'imprenditore e il fruttivendolo, chi mi ci manda e chi mi ringrazia ("chi dice danke"), il posato di destra e l'alternativo di sinistra, la razionalità di un medico e il romanticismodi Mammolo, un posto di pregio come il Quirinale e un posto di dispregio come l'orinale e così via. poi ho tirato in mezzo una serie di personaggi: George Clooney, protagonista della serie televisiva 'E.R. Medici in prima linea'; Muttley, il cane del cartone 'Catch The Pigeon', ingordo di medaglie; Motley Crew, la band metal di Tommy Lee, quello famoso per essersi sposato a più riprese la bagnina Pamela Anderson e soprattutto per aver filmato e poi aver incautamente perso le registrazioni di quando la moglie, da brava ex bagnina, gli praticava una respirazione bocca a bocca lì dove la bocca non c'è. insomma mi sa che sta venendo fuori un bel casino. Volevo finire il pezzo con una parolaccia e quindi ho usato "un'espressione colorita". >>
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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