Sigletv.Net / KBL Forum

UNA LA VERITA'
Ti ho visto perderti un balli in maskera
non sei piu 'te davanti a te
ti ho visto fingere e rinnegare
ma il gallo canta anke x te
e' una la verita'
amori artificiali
guardarsi senza luce
mentire ad alta voce e' questo ke tu vuoi
il principe ferito dimentica la guerra
ma com'e' grande in terra il cielo su di se
e' una la verita'
ti ho visto kiuderti
nel cuore illuderti
ma il muro crolera' da se
parole consumate da lingue tutte uguali
destini e cuori vili e' questo ke tu vuoi?
il principe ammaliato dimentica la pace
il cuore batte e dice
se ride scelgo lei
e' una la verita...

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Ciao, mi kiamo Maurizio ho 30 anni e sono un appassionato si sigle televisive.
Qualkuno dice ke ho la sindrome di Peter Pan.
Ho sempre seguito Cristina, l'ho pure vista 2 volte e di presenza è tutta un'altra cosa!!!

ALLA SPIAGGIA DELL'AMORE
Una goccia non fa il mare ma a goccia a goccia ki lo sa..si fa..nn si fa
quando a quell'amante disperato lei la bocca gli offfrira'..si sa? ..non si sa..
lascia i tuoi pensieri ed abbi un cuore pure
come il volto di UNO SPEKKIO SENZA IMMAGINI
entro in una zona della vita
dove sento ke lo sguardo entra dentro l'anima
e sono qui ora
alla spiaggia dell'amore nella tenda del mio cuore
e qui che sfuggo alla liberta'
il tramonto ci commuove
ed una belleza metafisica
qui adesso me ne voglio stare
libero dal corpo imposto
i beati anni del castigo
il dubbio la moralita'
si fa? non si fa!
SAI KE UN MONACO MIO AMICO E' UN DEMONIO TRAVESTITO
SPACCIA LA SUA VANITA' X MISTICA
LA MADONNA NERA IMPALLIDISCE XKE' SOLO LEI CAPISCE LA CADUTA DEGLI DEI'
E SONO QUI ORA
ALLA SPIAGGIA DELL'AMORE AMORE ALTO VERSO IL CIELO
L'EGOISMO E SENZA IPOCRISIA

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Ciao, mi kiamo Maurizio ho 30 anni e sono un appassionato si sigle televisive.
Qualkuno dice ke ho la sindrome di Peter Pan.
Ho sempre seguito Cristina, l'ho pure vista 2 volte e di presenza è tutta un'altra cosa!!!

Grazie Magenta

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<<...e la notte, confidenzialmente blu, cercare l'anima...>>

CHIMES OF FREEDOM
Bob Dylan

Far between sundown's finish an' midnight's broken toll
We ducked inside the doorway, thunder crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An' for each an' ev'ry underdog soldier in the night
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

In the city's melted furnace, unexpectedly we watched
With faces hidden while the walls were tightening
As the echo of the wedding bells before the blowin' rain
Dissolved into the bells of the lightning
Tolling for the rebel, tolling for the rake
Tolling for the luckless, the abandoned an' forsaked
Tolling for the outcast, burnin' constantly at stake
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

Through the mad mystic hammering of the wild ripping hail
The sky cracked its poems in naked wonder
That the clinging of the church bells blew far into the breeze
Leaving only bells of lightning and its thunder
Striking for the gentle, striking for the kind
Striking for the guardians and protectors of the mind
An' the unpawned painter behind beyond his rightful time
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

Through the wild cathedral evening the rain unraveled tales
For the disrobed faceless forms of no position
Tolling for the tongues with no place to bring their thoughts
All down in taken-for-granted situations
Tolling for the deaf an' blind, tolling for the mute
Tolling for the mistreated, mateless mother, the mistitled
prostitute
For the misdemeanor outlaw, chased an' cheated by pursuit
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

Even though a cloud's white curtain in a far-off corner flashed
An' the hypnotic splattered mist was slowly lifting
Electric light still struck like arrows, fired but for the ones
Condemned to drift or else be kept from drifting
Tolling for the searching ones, on their speechless, seeking
trail
For the lonesome-hearted lovers with too personal a tale
An' for each unharmful, gentle soul misplaced inside a jail
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

Starry-eyed an' laughing as I recall when we were caught
Trapped by no track of hours for they hanged suspended
As we listened one last time an' we watched with one last look
Spellbound an' swallowed 'til the tolling ended
Tolling for the aching ones whose wounds cannot be nursed
For the countless confused, accused, misused, strung-out
ones an' worse
An' for every hung-up person in the whole wide universe
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.

ovvero...

CAMPANE DI LIBERTA'

Lontano tra la fine del tramonto
e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne
mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi
colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di
libertà
lampeggiavano per i guerrieri
la cui forza è non combattere
lampeggiavano per i rifugiati
sull'inerme via della fuga
e per ognuno e per tutti gli sfruttati
soldati nella notte
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà

Attraverso la fornace disciolta della città
inaspettatamente guardammo
con visi nascosti
mentre i muri si restringevano
mentre l'eco delle campane nuziali
prima della pioggia sferzante
si dissolveva nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle
che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato
l'abbandonato e il rifiutato
che suonavano per l'escluso
messo costantemente al rogo
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà

Attraverso il folle mistico martellare
della selvaggia incessante grandine
il cielo esplodeva i suoi poemi
nuda meraviglia
che il tintinnare delle campane della chiesa
sparisse lontano nella brezza
lasciando solo le campane di fulmini
ed il suo tuono
che risuonava per il gentile
che risuonava per il mite
che risuonava per i guardiani
ed i protettori della mente
ed il poeta ed il pittore
lontano oltre questo giusto tempo
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà

Nella vasta cattedrale della sera
la pioggia raccontava lunghe storie
per le nude forme senza velo
di nessuna posizione
e suonava per le lingue
con nessun posto in cui portare i propri
pensieri
costrette in situazioni scontate
suonava per il sordo ed il cieco
e suonava per il muto
per la bistrattata madre senza marito
la prostituta ingiuriata
per il delinquente da poco
incatenato ed imbrogliato senza scampo
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà

Sebbene la bianca cortina di una nuvola
mandasse bagliori in un angolo lontano
e l'ipnotica nebbia acquiginosa
si stesse lentamente alzando
lampi elettrici ancora colpivano come dardi
lanciati non per quelli condannati a vagare
oppure per quelli impossibilitati a vagare
e suonavano per quelli che cercano
sui loro sentieri di ricerca senza parole
per gli amanti con la solitudine nei cuori
con una storia troppo personale
e per ogni gentile anima innocua
costretta dentro una prigione
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà

Con gli occhi splendenti di sorriso
ricordo quando fummo presi
in trappola dal non scorrere delle ore
perchè stavano sospese
mentre ascoltavamo un'ultima volta
e guardavamo con un ultimo sguardo
incantati e sommersi
finchè cessò lo scampanìo
che suonava per i malati
le cui ferite non possono essere lenite
per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati
quelli disillusi o peggio
e per ogni uomo imprigionato
nell'intero universo
e allora noi vedemmo
lampeggiare le campane della libertà.


Non è una poesia, ma secondo me rimangono tra le più belle parole di una canzone mai scritte...

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solo perché qualcuno ci ha scritto della musica per accompagnarlo, questo non toglie che il testo di questa canzone SIA una poesia

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Negli spazi di Sobolev, nessuno può sentirti urlare!

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ho trovato il secondo dei tre sonetti che avevo fatto nel 1989/90... questo era contro le forze dell'ordine di allora:

sembra 'sì tanto facile capire
ch'io intenda sol per moda,
lasciate quindi me esordire
che almen oggi alcuno m'oda:
uno spot par ch'io osi dire
che 'l cop invan mena la coda,
ma un di loro vidi uscire
con passo tosto e mano soda.
tra le mani avea una manetta
che roteaa con gusto atroce.
"vattene via con la tua setta"
fe' 'l caramba, dura la voce.
sul casco accanto alla fiammetta
portava un'uncinata croce...

g:lol:

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Caspita Danca...bravo! mi lasci un pò basita...complimenti davvero...

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L'angolo della poesia

Ahia,
non l'avevo visto.


AK

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Alex Katsura

Poi ti permetti di commentare le MIE di battute...

http://forum.sigletv.net/viewtopic.php?p=133139#133139

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4/4/1978. Io c'ero.

Questa qua l'ho messa pure sul mio Blog... Difficilmente le intitolo, le mie poesie, ma qui ci ho provato, per esigenza di forma: "Malinconica ironia, ironica malinconia". Si rivolge, come interlocutrice, direttamente e a nessun'altra se non alla malinconia, quindi, la cui faccia nascosta è l'ironia, ovviamente... Poesia che dialoga con queste due signore del pensiero che si chiamano e si reclamano spesso, e che altrettanto spesso mi accompagnano nel cammino della vita...


Mai t’ho rivista dentro ai miei giorni,
mai t’ho nutrita d’or che t’adorni,
scegli parole che sanno cucire i contorni.

Vesti le spoglie che t’ho rubato.
Sappi mentire a giorno celato,
resta serena e gentile per canto già usato

Mentre pattuglie d’astio e livore
trovano schiere a darne stupore,
stolte unità di pazzesche cortine in chiarore.

Spose di giorni vinti e venduti.
Stecche di pagine lette ai caduti.
Stelle lucenti che piaccion soltanto a dei muti.

D’immaginario copro il destino
Nave ch’è a largo in mare di vino.
D’astio sentire provetto m’accingo declino…

Bevo soltanto con pochi amici.
Bevo per cogliere oasi felici
di vanità pendolari su stanche pendici.

Isole perse, lontana memoria
Tempi che lascian vicine di storia
magiche notti pensate a dividere gioia…

Vecchi violini incontro alla sera.
Concerti e vini, vicina chimera.
Troppe illusioni lasciate per sempre bandiera…

Cerco di nuovo testi da usare
nelle canzoni che sento sciupare
da piccoli idioti che mai le potranno cantare…

Musiche intense perse di vista.
Troppe retoriche senza conquista.
Politicanti che pratican cosa ‘ssai trista

Non domandare altro alla vita.
Lascia che posi magia ch’è infinita
su dolorosa collina ove or lei s’avvita.

Chi mai comanda in questo reame?
Chi custodisce pietra e legname?
Chi d’egoismo invadente vi tesse le trame?

Trova momento e vieni qui pronta,
mangia una mela, prova e confronta
se d’amarezza ti copre ancora quell’onta…

Vera e fuggiasca è l’ombra pesante
del capo chino andato ed andante
per vasta chioma, poetica linea ondulante.

(C) Takeo General Company - http://spaces.msn.com/TaGeCo/

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<<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"

QUESTA e' ARTE!

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Alex Katsura

Perfetto... inizieremo fin da subito a metterla da parte

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Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione
(cit. Arch. Rambaldo Melandri & Giorgio Perozzi)

Grande Tetsuya!

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Negli spazi di Sobolev, nessuno può sentirti urlare!

Nelle tenebre della notte non riesco ad addormentarmi
I tuoi pensieri attraversano il mio cuore
e forse qualcun altro si addormenterà con questo tormento.

Uno, dieci, cento, mille amori si librano in questa città, in questo paese
I don't like love 'cause I love you
Quanta energia
I don't like love 'cause I love you
E' ridicolo ma mi eccita

In questa piccola città, i nostri sguardi si evitano
Un'infinità di gente
Forse se ti chiamassi, tu mi risponderesti
Forse sei la dolce amante di qualcuno
Migliaia di migliaia d'amori
litigano senza passione in questo mondo

I don't like love 'cause I love you
E' un'energia sprecata
I don't like love 'cause I love you
Mi sento triste nella solitudine
I don't like love 'cause I love you
Non voglio innamorarmi di nessuno
I don't like love 'cause I love you
Ma mi sento triste nella solitudine.

(Love song)

PS. non so quanto possa essere corretta la traduzione dal giapponese visto che é giunta a me da un "passaparola" multiplo

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Filomena, la ninfa dei boschi

Ho sceso dandoti il braccio
almeno un milione di scale
e adesso che tu non ci sei
è il vuoto ad ogni gradino
(Montale)

Poi cito tutto Leopardi (Infinito è forse la poesia che preferisco, già citata da Hiroshi)

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a casa
cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango,
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un si e per un no
considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno
meditate che questo è stato
vi comando queste parole
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa, andando per la via
coricandovi, alzandovi
ripetetele ai vostri figli...
(Primo Levi)

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E se inciampi nel solito errore
forse tanto uno sbaglio non è
se lo fai per questioni di cuore
è qualcosa che hai dentro di te
(Eros - Ancora un minuto di sole)

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Negli spazi di Sobolev, nessuno può sentirti urlare!

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Negli spazi di Sobolev, nessuno può sentirti urlare!

Palle... M'avete censurato una perla della drammaturgia popolare italiana... Le cesoie della censura travalicano evidentemente i ponti di Cologno Monzese e si trasferiscono qua...

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<<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"

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Negli spazi di Sobolev, nessuno può sentirti urlare!

un grazie a perno per aver riportato su questo topic, interessante per una pseudo poetessa come me! °_°
eccone una... quasi freddura

Fantocci sul palcoscenico
sono i governanti e i governati,
dimentichiamo presto che sono di legno:
un folle li vede uomini.

Ma che romantico, Perno...



Bella

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<<...e la notte, confidenzialmente blu, cercare l'anima...>>

Uno dei miei autori preferiti :

SULLA LUNA

Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.

Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.

Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.

Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare...

A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.

Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!

di Gianni Rodari

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Ti ricordi quei giorni?
Uscimmo dopo le canzoni per camminare piano...
Ti ricordi quei giorni?
Gli amici bevevano vino, qualcuno parlava e rideva, noi quasi lontano,
vicino a te,
vicino a me
e ci parlammo ognuno per lasciare qualcosa,
per creare qualcosa, per avere qualcosa...

Ti ricordi quei giorni?
I tuoi occhi si incupivano, il tuo viso si arrossava
e ti stringevi a me nella mia stanza,
quasi un respiro, poi mi dicesti "Basta,
perché non voglio guardarti,
perché ho paura ad amarti".
E dicesti, e dicesti e dicesti...

Le tue parole
quasi io non ricordo più,
ma nemmeno tu ricordi niente....

Ora dove sei e che gente
vede il tuo viso e ascolta
le tue parole leggere,
le tue sciocchezze leggere,
le tue lacrime leggere,
come una volta?

Che cosa dici ora
quando qualcuno ti abbraccia
e tu nascondi la faccia
e tu alzi fiera la faccia
e guardi diritto in faccia
come allora?

Qui un poco piove e un poco il sole,
aspettiamo ogni giorno
che questa estate finisca,
che ogni incertezza svanisca...

E tu? Io non ricordo più
che voce hai...
Che cosa fai?
Io non credo davvero
che quel tempo ritorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni
ma ricordo...


in un sito di poesia nn puo mancare Guccini...