Come promesso (minacciato) a (e da) Magenta, mi appresto or ora a narrare alcune figuracce che ho collezionato. Niente di eclatante, per carità - sicuramente chiunque di voi ne tirerà fuori qualcuna davvero epica, ne sono certo! - ma che spero facciano sorridere almeno un po'... perché senza autoironia, non si va da nessuna parte! (Massima Inutile di Haranban del 24 Novembre 2006)
Comincio con quella che intitolo "
Tapparelle".
Stavo aspettando la chiamata di un amico (per comodità lo chiamiamo Luca).
21.10 circa, squilla il mio telefono.
io: - Pronto?
lui: - Pronto, buonasera, chiamo per conto dell'Eurisko, stiamo facendo un'indagine di mercato su TAPPARELLE e PERSIANE. E' interessato?
È palesemente la voce di Luca. Quindi è chiaro che mi sta facendo uno scherzo da prete... chi vuoi che chiami alle 21.15 di sera per parlare di TAPPARELLE? E che lo pronunci allo suo stesso identico modo, cadenza completa? In fondo già una volta mi aveva fatto una cosa simile, spacciandosi per un famigerato medico chirurgo - Il Dottor Black Jack! - . Decido quindi di stare al gioco, e rispondere come se fosse un'indagine vera.
io: - Certo, vabbè, è uno scherzo un po' idiota, ma rispondo, vai.
lui: - Come, scusi?
io: - niente, niente, inizia pure.
Ed effettivamente cominciano le domande.
Tipiche domande che si possono trovare in un qualunque sondaggio-pubblicitario cartaceo.
Mi chiede le generalità, se sono del settore, che tipo di tapparelle ho, materiale usato, mi chiede di associare alcuni aggettivi ai vari tipi di materiali, e così via. Ovviamente la cosa va un pochino per le lunghe, e comincio un po' a scocciarmi... va bene che è uno scherzo, ma perlomeno fallo durare poco!! Ed inizio a ridacchiare come un pirla, a trattarlo malissimo - cioè, inizio a sfotterlo. Ve ne cito solo qualcuna.
Mentre Luca parla, sento battere sulla tastiera.
io, col tono più greve che potesse venirmi: - ma che ca**o scrivi, Luca?
lui: - scusi, parla con me?
io: - e con chi? Con mi' nonna?
lui: - scrivo le risposte, ovvio.
Un PICCOLO sospetto, minuscolo e viscido, si impossessa di me, e un brivido corre sulla schiena.
io: - Dai, dimmi come ti chiami.
(così almeno si smaschera e lo scherzo finisce)
lui: - Giorgio T.
io: - Seeeee, seeeeee, come no, ma che nome della minc*ia ti sei scelto, và.
Lui, imperterrito, me lo immagino lì alla cornetta senza battere ciglio, continua con le sue domande. Ora le mie risposte non sono più serie, ma comincio a sparare boiate immani e a fare lo spiritosone.
Verso la fine, la domanda trabocchetto:
lui: - Differenze fra
veneziane e
persiane? Le ha provate?
io, mentre mi si accende una lampadina nel cervello e un sorriso smagliante si stampa sulla mia faccia: - Le persiane non saprei, si sono estinte da duemila anni, ma le veneziane trom***o alla grande!
[ridacchio fra me di fronte alla colossale idiozia appena proferita, mentre sento il continuo ticchettio dall'altra parte della cornetta]
Dopo 15 minuti.
lui: - bene, ho finito, la ringrazio per la sua collaborazione.
(io penso: oh, era ora, finalmente Luca si smaschera e lo scherzo finisce!)
lui: - grazie, e buonasera.
CLICK. TUUUUT. TUUUUT. TUUUUUUT.
Eh? CLICK? Ha finito? Ha chiuso?
Cominciano i sudori freddi.
Ho solo un modo per capire se è uno scherzo: chiamare nuovamente a casa di Luca.
Risponde la
moglie: - Pronto?
SOLLIEVO! Se è lei, vuol dire che Luca era in casa, e mi ha fatto lo scherzo!
io: - blablablablabla, poi: c'è Luca in casa?
moglie: - No...
io, quasi urlando: - COME NO?
moglie: - ehm, no, non c'è, è andato alle prove del coro...
io: - NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
(immaginatevi l'urlo di Munch)
Giorgio. Spero che tu sia un utente di internet, e che tu legga questo resoconto. Quello che è successo in quella sera di primavera del 2003... non ce l'avevo con te. Davvero.
