Premetto per onestà che sono un po' di parte in quanto diverse persone a me vicine sono toccate da questa risorsa, e quindi posso comprendere qualcuno non mi considererà obiettivo.
E' anche vero però il rovescio della medaglia. Forse per lo stesso motivo sono semplicemente pu po' più informato rispetto alla media.
Fate voi. Considerazioni sparse:
1) La legge è nero su bianco un provvedimento per tagliare i costi. Ora, non ho MAI visto un provvedimento per tagliare i costi (attenzione, NON gli SPRECHI, ma generalmente i COSTI) che porti a migliorare il servizio.
Nessuno nella legge dice "passiamo al maestro unico perché pensiamo che sia meglio per i bambini". Dicono "passiamo al maestro unico perché costa meno".
2) Si tratta addirittura di un Decreto Legge. Il DL è una forma di legislazione che per intento dovrebbe essere riservata ad emergenze e calamità, perché ha un iter di approvazione molto breve ed è più difficile fermarla.
Per questo in tempi recenti è stata abusata come strumento per far passare gli imbrogli: la gente non ha il tempo materiale in molti casi di documentarsi, ed eventualmente opporsi.
Ora mi chiedo: ma l'abbiamo scoperto IERI che la scuola va male e costa tanto? Perché non seguire il cammino di una legge ordinaria? Non sarà semplicemente un modo di buttarcela nel deretano abbastanza in fretta da evitare che ce ne accorgiamo?
3) La superiorità del maestro unico mi sembra in molti casi un ragionamento, per usare un termine farfallino, girellaro

:D
Ai nostri tempi c'era il maestro unico, e quindi ci riporta sensazioni di nutella spalmata sul pane, e "se andava bene per noi può andare bene per loro".
Ora questo è tutto da dimostrare, e non essendo il mio campo, non mi ci addentro troppo. Però per portare un esempio contrario, conosco anche tante persone della mia età che come cultura generale, sono rasenti allo zero.
Da dove vengono fuori? Eppure anche loro hanno avuto il loro bravo maestro unico, o sbaglio?
4) I tempi cambiano, la società cambia, le esigenze cambiano.
Negli anni '50, alle scuole dell'obbligo si pretendeva che sfornassero un giovane che sapeva leggere, scrivere e far di conto. In molti casi alla professione ci pensava la famiglia, che tramandava il lavoro del padre.
Già negli anni '80 il maestro unico era un residuato del passato come figura. Negli altri paesi europei già ce ne erano diversi. Adesso, che dalla scuola si pretende sempre di più, si vuole (giustamente) l'inglese, l'informatica, l'educazione civica, non si può guardare troppo indietro.
Passare secondo il decreto al maestro unico non vuol dire: "ok, teniamo solo quelli che sono preparati bene in lettere, matematica, scienze e lingue e mandiamo a quel paese gli altri". Auguri a trovare persone con tanto grado di cultura interdisciplinare e che siano in grado anche di insegnarla (che non è la stessa cosa), però.
Vuol dire semplicemente "teniamo un maestro (presumo in base alle graduatorie, e d'ora in poi insegna tutto il resto, così, di punto in bianco".
Non riesco a vedere come questo possa migliorare la situazione dell'insegnamento...
5) Un altro problema è che le famiglie cominciano a pretendere troppo dalla scuola. In particolare cominciano a pretendere che la scuola faccia tutto quello che loro, che hanno voluto i figli, non hanno tempo o voglia per fare.
In particolare educare i figli. Che è diverso da istruire i figli. L'educazione, il rispetto degli altri, il sapersi comportare, non si imparano a scuola, ma si assorbono soprattutto col buon esempio di chi ci circonda da piccoli.
Eppure la scuola sta diventando per i genitori un posto dove mollare i figli per 8 ore al giorno, così non stanno sulle palle, e un comodo uomo di paglia su cui scaricare le proprie responsabilità e soprattutto a cui dare la colpa, invece di assumersela.
Il figlio fa un casino? Colpa della scuola, o al massimo della società. Il figlio viene bocciato? Colpa degli insegnanti, che non hanno saputo motivarlo. Non è mai colpa loro.
E' vero che un bambino può aver bisogno di figure guida come mamma, papà e maestra, ma purtroppo i genitori chiedono sempre di più che sia la maestra ad accentrare tutti questi ruoli, e questo non mi sembra che stia funzionando, soprattutto perché poi sono i genitori stessi a minare l'autorità del maestro rispetto al figlio difendendolo sempre.
6) L'importanza della famiglia sta decrescendo sempre di più col passare dei decenni. Mi sembra sotto gli occhi di tutti.
Una volta la famiglia era il cuore della vita di un bambino /giovane. Ora con buona pace del Vaticano, nel corso degli ultimi 50 anni è sempre meno vero.
La famiglia ti dava i primi rudimenti di educazione ed istruzione, passavi molto tempo con la famiglia, il giovane lavorava col padre, e il bambino stava con la madre che era casalinga.
Ora i genitori lavorano, i nonni spesso non hanno voglia di badare ai figli (anche i miei lavoravano, ma almeno avevo quelli!). La scuola è il tempo in cui un bambino passa il maggior tempo della sua giornata.
I genitori spesso non sanno cosa fanno i figli, se non altro perchè li vedono solo la sera. Molto più di una volta i figli già dalle elementari hanno gerghi, modalità di comportamento, eroi e miti, che i genitori non possono nemmeno comprendere.
Un po' come era per noi il cartone giapponese alle elementari, ma moltiplicato per mille, anche perché la velocità dell'evoluzione tecnologica e dei consumi fa sì che l'adulto rimanga sempre più facilmente taglieto fuori.
L'importanza della scuola come elemento formativo non solo culturale, secondo me è destinato a crescere sempre di più, non voglio osare dire che sostituirà quasi completamente la famiglia, ma la direzione è quella.
Da quando vai alle elementari, fino almeno alle medie passi la maggior parte del tempo con gli amici, non coi genitori, poi aggiungiamo rispetto ad un tempo, l'istruzione superiore, che è certo più comune.
Se si chiede alla scuola di fare sempre più cose che i genitori non fanno / vogliono fare più, come si può chiedere di accentrare sempre di più su poche persone tutte queste responsabilità?
Al contrario, forse bisognerebbe aumentare il numero di persone nell'apprendimento, in teoria aumentando il numero di persone molto giovani, rispetto allo standard della classica maestra.
La maestra quando ero piccolo aveva 50 anni. Adesso, cosa può insegnarmi una persona di 50 anni sull'utilizzo di un computer? Ci sono più possibilità che sia un ragazzo di 20 ad insegnare qualcosa a lei. Forse ci vorrebbero nella scuola delle figure di "tutor", una specie di fratello maggiore come fascia d'età che un ragazzo possa vedere come punto di riferimento in cui riconoscersi, ma qui forse sono andato anche troppo oltre nel discorso...