“LAMÙ”:
http://www.youtube.com/watch?v=kMCTo1Qaxb8 ULISSE 31:
http://www.youtube.com/watch?v=7X0upzVqOA0 ULISSE DELLE GALASSIE:
http://www.youtube.com/watch?v=KumlwtFR_nAULISSE 31–LAMÙ (
quarta ottava)
Stile e struttura. Tecnica, colore, nasalizzazione.
Il registro vocale utilizzato per tutti e tre i pezzi è il medesimo (voce piena, intesa ovviamente come mix, in percentuali variabili, di “voce di petto” e “voce di testa”); fanno eccezione il refrain di Ulisse delle galassie (falsetto) e, naturalmente, l’“intro” di “Lamù”. Cominciamo da
Ulisse 31. È un pezzo rock, difficile da cantare per via della tonalità “alta” (buon per noi, il confronto vocale è quanto mai indicativo): qui, il cantante misterioso spinge fin dalle prime note, toccando nel ritornello un SI4, ai limiti della quinta ottava... il famigerato DO5! In “Lamù” il
pitch è decisamente più basso, comunque – a livello di ritornello – entro la “fascia mediana” della quarta ottava (l’acuto “
Non me ne andrò” è un FA#4); il confronto esige perciò che sia presa maggiormente in considerazione questa parte. Procediamo allora alla comparazione tra la prima strofa di
Ulisse 31 (0’:16”–0’:19”, “
Contro il tempo, contro gli dei”) e il ritornello di “Lamù”: (0’:40”– 0’:41”, “
Com’è difficile stare...”): eccola, la somiglianza con la voce del cantante misterioso, in tutta la sua robusta nasalità (cfr. 0:18”–19”, “
dei”; 0:23”–24”, “
sei”; 0:35”–36”, “
quello”; 0:36”–37”, “
vuoi”; 0:44”–45”, “
vai”) e coloritura timbrica! Ed ecco anche la famigerata “erre” all’“inglese” (scelta “stilistico - interpretativa” o, più probabilmente, sillabazione iper-marcata in presenza della consonante alveolare [r] + [e]/[a])! Accostate quel “lotte
RAi” di Ulisse 0:19”–20” allo “sta
RE” 0:41”, “sbaglia
RE” 0’:51”, “scappa
RE” 0’:54” e, infine, “resta
RE” 0’:58” di “Lamù”... quasi perfect match!

Raffrontiamo ora i due ritornelli. Come già anticipato, il tono di
Ulisse 31 è più alto rispetto a quello di “Lamù” e la voce del cantante, conseguentemente, più “tirata” (si tratta del resto di un pezzo molto più “rock”, in cui l'intenzione interpretativa risulta decisamente più "aggressiva"). Il risultato, tuttavia, è simile. Provate ad ascoltare il “
vai” in Ulisse 0’:44”–45”: sentite la risonanza al livello delle cavità nasali tipica del cantante di “Lamù”? Qui, indubbiamente, la nasalizzazione aiuta l’interprete a rendere la propria voce un po’ più malleabile e “controllabile”, senza intaccarne eccessivamente la naturale robustezza: un tratto distintivo, dunque, e non una scelta dettata da occasionali esigenze interpretative.
ULISSE DELLE GALASSIE–LAMÙ (
terza/quarta ottava)
Veniamo ora al confronto tra “Lamù” e
Ulisse delle galassie. La bellissima B-track del 45 giri della Saban Records ci offre la possibilità di confrontare le due voci anche al livello dell’estremo “basso” della tessitura, sotto il limite della quarta ottava. A differenza di
Ulisse 31, infatti, in UDG il tono si fa meno frenetico (anche se non più rilassato), e l’atmosfera soffusa e a tratti malinconica. I primi versi delle due strofe (0’:12”–0’:25” e 1’:37”–1’:50”) ci fanno apprezzare ancora una volta una somiglianza con la bella voce del cantante misterioso agli estremi della terza ottava (SOL3–LA3–SI3): solo un po’ più corposa e “nasale” rispetto alla prima strofa di “Lamù” (“
Sarà un amore strano...”: vocalmente,
la più pulita di tutte). Abbastanza ovvio, considerando l’“epicità” e drammaticità di UDG (enfatizzata appieno dalla vocalità a tratti stentorea del cantante). Da questo punto di vista è meglio confrontare l’inizio della prima (o della seconda) strofa di UDG con la seconda strofa di “Lamù” (“
Nel mio destino pace non ce n’è...” ecc.); infatti, in quest’ultima apprezziamo maggiormente la caratteristica emissione nasale del “singer” rispetto alla prima (la nasalizzazione, ovviamente, raggiunge il proprio apice nel ritornello). Provate ad aprire UDG e “Lamù”con due diversi media player, bloccando rispettivamente l’avanzamento della prima a 1’:37” e quello della seconda a 1’:10” (inizio del primo verso della seconda strofa, “
Nel mio destino pace non ce n’è...”); poi, ascoltando con attenzione, mettete in play UDG fino a 1’:43”; schiacciate “pausa” e attivate rapidamente “Lamù”, lasciandola in “play” fino a 1’:14”... Ovviamente, la stessa cosa può essere ripetuta confrontando i versi successivi della seconda strofa di “Lamù” con la prima parte della prima e della seconda strofa di UDG (medesima tonalità).
Per quanto attiene alla parte finale di entrambe le strofe di UDG (0’:27”– 0’:40” e 1’52”–2’:05”), dato che la tonalità si alza fino alla “fascia mediana” dell’ottava successiva (la quarta), è bene procedere al confronto con il ritornello di “Lamù” (“
Com’è difficile stare...” ecc.): le note toccate dal cantante (MI4–FA4–SOL4) sono, infatti, praticamente le stesse di “Lamù” (MI4–FA#4). Dunque, confronto quanto mai indicativo. Come al solito, affiancate (riducendo un po’ le rispettive finestre) i vostri player virtuali, bloccando l’avanzamento di UDG a 1’:51” e quello di “Lamù” a 0’:39”; mettete in “play” UDG e ascoltate fino a 1’:57”; fermate l’avanzamento e fate partire rapidamente “Lamù”, prestando attenzione fino a 0’:41”... sì, è proprio somigliante! Naturalmente, anche in UDG ritroviamo alcuni “marchi di fabbrica” del mitico singer: più che la “erre” all’ “inglese”, in questo caso, la particolare pronuncia della “C” dolce! Provare per credere: confrontate “Lamù” 1’:13”–14” (“...pa
CE non
CE n’è”) con UDG 0’:22” (“...d’a
CCiaio”); oppure “Lamù” 1’:03” (“vin
CI (sempre tu)” con UDG 1’:42” (“di vin
CEre...”); e infine il sopracitato “pa
CE” in “Lamù 1’:13” con il “pa
CE” di UDG (1’:45”) [EDIT] Discorso a parte meriterebbe il ritornello di UDG, quasi interamente cantato in falsetto; scelta stilistica un po’ discutibile, giustificata forse dall’altissima tonalità (si arriva fino a un DO5!). Il “calo di sonorità” (dovuto alla minore ricchezza di armonici) tipico dell’emissione in falsetto rende tutto sommato superfluo un confronto con i falsetti di “Lamù”.
ULISSE 31–ULISSE DELLE GALASSIE–LAMÙ (
tecnica del vibrato)
Una delle peculiarità del “cantante misterioso” è certamente l’utilizzo del cosiddetto vibrato
di frequenza, tipico dei cantanti ben addestrati e caratterizzato da una modulazione tonale entro i limiti del semitono (tale vibrato è, infatti, originato nei muscoli cricotiroidei), frequenza variabile (da 3 a 10 variazioni al secondo in base al tipo), leggero ritardo rispetto all’attacco del suono e forma di onde sinusoidali regolari. Il vibrato esteticamente più apprezzabile è senza dubbio quello di frequenza
intermedia (4/6 variazioni al secondo). In “Lamù” 0’:59”–1’:00” (FA#4) e in
Ulisse delle galassie 0’:19”–20”, 0’:33”–34” e (soprattutto) 1:44”–45”: 5 varr./sec., ampiezza e forma regolari, piacevolezza all’ascolto. In una parola, da manuale. Per quanto riguarda
Ulisse 31, invece, sebbene il numero di variazioni
effettive nell’altezza tonale diminuisca, rimane costante il "ritmo" (non si passa, in altre parole, a un vibrato
a bassa frequenza, assimilabile in taluni casi e anche in ambito “leggero” all’inestetico “ballamento di voce”). Possiamo perciò concludere che la tecnica e il tipo di vibrato utilizzato dal cantante di “Lamù” e da quello di
Ulisse 31/
Ulisse delle galassie sia strutturalmente identico.