Quello che scrive Siglomane è giusto (coloro che si occupano dei palinsesti dovrebbero davvero andare a cogliere le mele), ma io vorrei mettere in evidenza anche un altro aspetto, oltre a quello della qualità dei prodotti offerti dalla televisione...
Il problema sta anche in come è fatta la gente, in come siamo fatti noi, tutti... O quasi... Si parla della spazzatura (anche della tv-spazzatura, dunque) credendo che non ci riguardi, che sia qualcosa di esterno di cui poter parlare liberamente, credendo di esserne superiori... Qualcosa che non dovrebbe riguardarci, insomma, che teniamo tranquillamente a distanza... <<Ma quelli lì, ma guarda quelli lì che cantano, ma guarda questo, guarda quell'altro...>>. Lo dico senza problemi: io mi sento trash, nell'accezione purtroppo più degradante del termine (e non in quanto amante dell'ordine dissacrato, quindi). Me ne rendo conto quando mi sottraggo da me stesso e mi do un'occhiata esternamente, cercando di mettermi in discussione, mi accorgo della mia pochezza, della mia eccezionalità accidentale, di tutto il mio pressapochismo... Ragionamenti non da derelitto depresso... Solo ragionamenti... Ragionamenti senza aggettivi... E dire che ci provo a dare un senso positivo alla vita, di interpretarla senza subirla, di accettarla e di cambiarla anziché aspettarne gli eventi. Con piccole cose, è chiaro, ma ci provo... Eppure non basta... Illusione di fare qualcosa, ma resta tale.
Come me, tanta gente... Non tutta, è chiaro, ma tanta gente sì... E tanta di questa gente è pubblico televisivo... O meglio: è televisione! E' esattamente televisione... Tutti parlano di qualità da ritrovare, di nuovi format, di broches e patatine, ma alla fine le poche cose valide vengono cestinate proprio perchè valide... Questo è il punto cruciale...
WATTA
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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