CARTONI E FANTASCIENZA
Mi chiamo Daniele e le scrivo per alcune osservazioni così facilmente riassumibili:
1) ma possibile che nell'intervista da Lei rilasciata ad una rete televisiva Mediaset nel suo studio per promuovere una fantastica opera-enciclopedia come inserto al suo giornale, Le abbiano cambiato il cognome in DONETTI?
2) saranno anche i milionesimi auguri che riceve... ma complimenti per il suo giornale: meglio avere una settimana ben spiegata che due solo accennate;
3) ed alla fine una domanda più squisitamente tecnica: Rai e Mediaset si sono accordati per mettere in onda cartoni animati magari dai disegni fantastici, le cui storie però non sono niente in confronto con i classici dei miei tempi (Goldrake, Jeeg, il Grande Mazinga, Mazinga Z, Capitan Harlock e chi più ne ha più ne metta).
Possibile che nessuno dei due "colossi" si decida a rivisitare i mitici Ufo Robot? E che ne pensa Lei di fare qualche inserto Dvd con questi cartoni? Credo sarebbe abbastanza un successo.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e sperando che la mia lettera venga pubblicata.
Distinti saluti
Con un appello: Sorrisi continua così!
Daniele (Cuneo)
Risponde Francesca Fornario, esperta di cartoni animati
Gentile Daniele,
sono assolutamente d'accordo con lei per quel che riguarda la qualità di tutti i cartoni animati di fantascienza robotica che ha citato: sono visionari, profondi, perfino istruttivi, forse superati nella forma ma ancora profetici nel contenuto. Pensa che oggi vengano accantonati perché ritenuti troppo antichi? Ho letto in questi giorni un racconto di Philip Dick scritto negli Anni Settanta e ambientato in un ipertecnologico 2020: lo scrittore immaginava il protagonista equipaggiato di una micro-cinepresa a pellicola! Eppure il racconto rimane attuale e pieno di fascino. Così è per Capitan Harlock e gli altri: sono ambientati in un futuro che oggi ci appare già antico, ma mantengono intatta la loro forza espressiva.
Perché allora la Rai, che è un servizio pubblico e che pure aveva per prima lanciato molti dei cartoni che lei ha citato, non li manda più in onda da anni?
Talvolta - è il caso di Goldrake - i vecchi robot non tornano in onda perché la distribuzione è bloccata dagli autori che si contendono i diritti con la casa di produzione.
In generale la spiegazione è un'altra. Oltre venti anni fa, i cartoni animati che lei ha citato sono stati accusati di essere troppo violenti, per il semplice fatto che evocavano la guerra. La Rai ha reagito alle critiche più pretestuose rinunciando in blocco ai diritti su tutti questi cartoni animati, senza ponderare caso per caso. Le serie di fantascienza robotica sono nate nel Giappone ancora scosso dalla guerra, il cui immaginario è necessariamente segnato dalla prospettiva di un conflitto post-atomico, proprio come l'immaginario americano è ancora pervaso dal mito del West. Perché allora non rinunciare anche ai film western, per loro natura carichi di violenza? E perché non riconsiderare la questione oggi, che la sensibilità del pubblico è molto diversa da quella dei primi Anni Ottanta e quegli stessi cartoni animati apparirebbero meno violenti di qualunque altro programma televisivo?
La rinuncia da parte della Rai ha fatto sì che Italia1, l'unica rete Mediaset che trasmette cartoni animati, fosse il solo canale dove i vecchi robot potessero andare in onda.
Ovviamente Italia1, che è una rete commerciale e non di soli cartoni, dà più spazio alle nuove serie legate al poderoso indotto di gadget e giocattoli e che talvolta sono belle quanto le migliori tra le vecchie. Non parlo solo dei cartoni animati giapponesi, come l'ottimo Detective Conan (che ne pensa?), ma anche delle serie americane come "I Simpson", "Sponge Bob", il bellissimo "Jacob due due"...
Con un solo canale a disposizione, lo spazio per i classici giapponesi non è molto, e i classici giapponesi non sono solo i robot (recentemente Italia1 ha riproposto anche L'ape Maja, Heidi, Mila e Shiro...).
A tutti i lettori che come lei protestano per la quasi totale esclusione delle vecchie serie di robot giapponesi, rispondo con lo stesso augurio: che il digitale terrestre possa rappresentare la soluzione. Ha tanti canali a sisposizione ed è gratis per tutti. Esiste già "Boing!", presto o tardi nasceranno altri canali di soli cartoni animati, e magari di sole vecchie serie giapponesi di fantascienza robotica.
Un saluto
Francesca Fornario
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