greenyellowcable ha scritto:
Te lo spiego io, in base a come ho capito: Se non ci sono i crediti della canzone quelli di Telecapri, in un eventuale processo, possono dire benissimo che la sigla misteriosa è stata utilizzata per un errore della regia, che questa sigla era quella di una loro produzione (programma televisivo) e quindi che non ha nulla che fare con Lamù. Quindi, Telecapri può dire senza problemi che la
sigla che veniva utilizzata di solito per il cartone era quella giapponese, quando in realtà la sigla misteriosa l'hanno utilizzata sempre ed è diventata per il pubblico la sigla italiana di Lamù.
Gli errori in cui si scambiavano le sigle dei cartoni qualche volta succedevano: pure su Italia 1 nel 2004/2005 ho visto la sigla di "Let's & Go - sulle ali di un turbo" venire utilizzata come apertura di "Hamtaro" (mi pare questo, non mi ricordo e Let's & Go è stato trasmesso prima di questo).
Proprio così.
Mister_k ha scritto:
Se è per una volta, l'errore può essere giustificato e tollerato, ma non se viene ripetuto in tutti gli episodi. E poi, errore volontario o no, la modifica l'hai fatta. Non tiene come difesa. Vediamo cosa dice Renzo.
Tiene la difesa perché non c'è la volontà di sfruttare economicamente il cartone animato per creare la sigla.
Telecapri non ha creato la sigla di Lamù. Avrebbe potuto giustificarsi come errore, o con problemi sul master della sigla originale, e giocoforza dicendo di essere costretti a usare una musica per non visualizzare le immagini senza audio. Oggi si usano i file AVI non compressi su HDD, ma all'epoca no. Avrebbe potuto giustificarsi come ha detto greenyellowcable dicendo che è stato un errore e utilizzando materiale audio che avevano a portata di mano per altre produzioni. Tenendo ben nascosti, crediti, cantante, e tutte le informazioni, la mancanza di edizione e pubblicazione sono comportamenti incompatibili con la volontà di sfruttare economicamente la sigla. Questo in un processo sarebbe stato un argomento di difesa molto forte. Considera
Mister_k ha scritto:
E' qui che non capisco: la modifica del prodotto c'è stata, quindi non c'è comunque una responsabilità? I ricavi dalla sigla (che se non commercializzi, non hai) sarebbero una cosa in più. Puoi spiegarmi questo? grazie.
Premessa: i giapponesi sono grandi nel fare i cartoni animati, perché sanno fare affari in questo campo, sia nel loro mercato interno sia in questo internazionale che chiamano oversea.
Detto questo, il principio base che hanno sempre ben presente nelle contrattazioni è che i soldi comprano tutto. Conseguenza, a chi spende di più e compra di più si darà di più, a chi spende di meno si darà di meno.
Il produttore giapponese all'acquirente: "Tu distributore italiano, non puoi guadagnare creando una sigla, grazie ai nostri personaggi, al nostro cartone e alla nostra storia senza dircelo e senza averci retribuito, pagandoci un up-front più alto per questa facoltà in più che tu ci hai chiesto e non ti concediamo".
Per capire guardala a rovescio: se avessero lasciato la sigla giapponese di Lamù in video, ma fossero usciti con un disco con una sigla italiana di Lamù, senza aver concordato il cambio sigla nella licenza, lo stesso avrebbero violato i termini della licenza. Eppure non avrebbero "modificato il prodotto" come intendi tu.
Anche le censure e gli adattamenti che stravolgono nomi, personaggi e situazioni originali sono modifiche ben più profonde della sigla, eppure sono sempre state ammesse, perché rientrano nell'opera di adattamento e localizzazione di prodotte.
Non avendo editato la canzone, nessuno ha percepito nemmeno i diritti dal passaggio della musica in tv, quindi anche da questo punto di vista non c'è stato sfruttamento economico.
micknuragos ha scritto:
Il tuo post è ottimo,ma quest'ultimo passaggio mi lascia un punto interrogativo,chiedo venia se la domanda è stupida:se il motivo dell' anonimato della sigla fosse l' assenza della corretta acquisizione,dopo 30 anni questo "reato" non sarebbe dovuto cadere "in prescrizione" e dare dunque il via libera a rivelazioni senza conseguenza legali?
Insomma ora chi di dovere potrebbe dire:"Guardate,la questione Lamù andò cosi,non potevamo dirlo prima perchè rischiavamo in termini di legge,dopo 30 anni riveliamo tutto."
O dici che la data di scadenza degli anime di cui hai parlato può arrivare anche oltre trent' anni?
Le due questioni che poni sono scollegate tra loro, la prima riguarda i termini prescrizionali, la seconda la durata del contratto di licenza.
Parto dalla seconda. Restando fermo che produttore e distributore potrebbero accordarsi anche per una licenza di 50 anni e più, in realtà nella pratica non si va oltre i 10 per ragioni fiscali e di opportunità: le licenze degli anime sono, a livello contabile, iscritte fra le poste di bilancio nelle attività, fra le immobilizzazioni immateriali, soggette ad ammortamento annuale in quote costanti per la durata residua del contratto di licenza.
Questo perché le normative civilistiche e fiscali non consente di imputare costi pluriennali che ricadono quindi su più esercizi, nel solo esercizio di acquisto, per evitare che nell'esercizio stesso non vengano pagate imposte. Questa è la prima ragione per cui le durate delle licenze sono contenute entro 10 anni.
La seconda è che i produttori originali, proprio perché sanno che una volta spediti i materiali, il loro potere di controllo è diminuito, tendono a privarsi della loro opera, su un territorio, per un periodo il più limitato possibile, anche per consentire una rinegoziazione dei termini alla scadenza.
30 anni sono troppi, un'enormità, nel frattempo la serie può avere un clamoroso successo nel mercato oversea, e il produttore originale potrebbe negoziare una nuova licenza, dopo 5 anni o 10 anni, con una tv che gli garantisca un margine maggiore.
Quindi no, escludo che le licenze vadano oltre i 30 anni, ma neanche oltre i 10. Semmai si possono prevedere clausole di rinegoziazione semplificata, rinnovi automatici salvo disdetta e opzioni varie su nuove produzioni.
Per quanto riguarda la tua prima questione sulle conseguenze legali, la risposta è no. Chiariamo i termini che usi così da intenderci.
Quando parli di prescrizione, mi sembra di capire, ti riferisci alla prescrizione dei reati, quella che probabilmente avrai sentito in tv per quando riguarda i processi penali.
Reato = illecito penale (motivo per cui dire "reato penale" è improprio, visto che tutti i reati sono penali).
Ma parlando di proprietà intelletuali (i diritti degli anime lo sono) qui invece discutiamo di illeciti civili, e opera il Codice Civile.
In base all'art. 2935 sulla decorrenza della prescrizione, la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere.